mercoledì 25 marzo 2015

Successo di critica per lo spettacolo Il Sogno del Grande Spirito che si è tenuto a Teatro Italia il 18 marzo.



Ideato a favore dell’Associazione Anlaids come contributo al Progetto Scuola, promosso dalla stessa, per la prevenzione e istruzione dei ragazzi per quanto riguarda la diffusione delle malattie sessualmente trasmissibili, Il Sogno del Grande Spirito è stato il debutto della Fluismo, Spin Dreams Company.
Fra il pubblico numeroso, abbiamo raccolto il pensiero di Angela Di Veglia Counselor Spirituale con studi di approfondimento in ambito teatrale. 
“Ho trovato questo lavoro particolarmente interessante perché, secondo la mia esperienza, questo tipo di spettacolo che guarda al mondo onirico, può rappresentare un metodo terapeutico innovativo. Attraverso il sogno la persona accede all’inconscio senza il filtro della mente portando in superficie le zone d’ombra, proprio come accade al ragazzo protagonista del Sogno del Grande Spirito. Altri elementi importanti che ha offerto lo spettacolo sono il canto e la danza. Attraverso queste espressioni l’energia del nostro corpo si muove, si espande fino ad ottenere una vera e propria azione catartica. Aspetti, questi, tipici delle culture così dette ‘primitive’ e forse non è a tutti noto che la cultura aborigena si basa su un’alta componente spirituale che permetteva loro attraverso la danza tribale di curarsi. Sono rimasta meravigliata – afferma Angela Di Veglia – da come gli autori abbiano proposto un vero e proprio rito di iniziazione e di come, il protagonista riesca a prendere coscienza delle sue zone d’ombra.
Certo, alcuni aspetti dovrebbero essere perfezionati per far sì che questo spettacolo diventi un vero e proprio strumento terapeutico come, ad esempio, ad una maggiore attenzione alla emissione/ricezione della voce per evidenziare il messaggio attraverso il dialogo, infatti, la frequenza della voce riveste un ruolo importante per il tipo di vibrazione che emette. Ottimo l’uso del didgeridoo con le sue note ancestrali a cui, personalmente, avrei dato più spazio data la sua suggestiva evocazione di altri tempi e luoghi. Proiezioni oniriche e un maggior rapporto tridimensionale col pubblico avrebbero impreziosito questo lavoro che definirei come un piccolo gioiello”.
Alexandra Gonzales, documentarista e insegnante alla LUISS di riprese e montaggio video, appassionata di fotografia e teatro ha espresso così il suo pensiero.
 “Sono rimasta impressionata da come siate riusciti a tuffarvi dentro il mondo interiore attraverso il Sogno. E’ un bel lavoro d’avanguardia. Si percepisce tutto lo sforzo degli autori e degli artisti che vi hanno preso parte. Non è assolutamente facile raccontare un lavoro di iniziazione se non si è iniziati. Ho apprezzato molto la spontaneità del giovane attore che ha interpretato la parte del protagonista e anche il personaggio ‘fantastico’ del pappagallo australiano. Meno incisiva, invece, l’interpretazione della sciamana dovuta probabilmente ad una tecnica audio non proprio perfetta, ed è un peccato perché credo la sua parte fosse determinate per questo lavoro. Bene, entusiasmanti i danzatori. Un lavoro che merita senz’altro la pena di essere affinato e riproposto”.

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